lunedì, luglio 24, 2006

A meno di 48h

Due considerazioni veloci e un consiglio:

1) Ho trovato la coinquilina.

2) Il blog non serve a nulla per le cose utili, ergo è inutile.

1) Occhio all'afa e ai fulmini.

Chi non avesse nulla da fare Mercoledì mattina mi troverà dalle parti del Poli.

venerdì, luglio 14, 2006

Ciao Marcello.

A poche ore dalla sentenza di primo grado su quello che è stato definito lo scandalo di calciopoli voglio dire la mia su ciò che comunque sta succedendo intorno alla Nazionale e alla Juventus. Non sono un consumatore di calcio famelico, sarei l’utente ideale delle pay-tv se non fosse che, primo, non voglio spendere dei soldi per qualcosa che (vedi coppe varie) credo mi sia dovuto in quanto cittadino e, secondo, sono ideologicamente tirchio.
Nonostante ci siano cose molto più importanti degli inciuci del gatto e della volpe o dei rolex regalati agli arbitri (ah forse di questa storia ce ne siamo già dimenticati?!) voglio dire il mio grazie a Marcello Lippi. Grazie per averci fatto vincere una coppa campioni che non fosse sporca di sangue. Per averci ridato lo scudetto dopo quasi 10 anni. Per aver cresciuto un campione come Del Piero. Per aver battuto l’Ajax 4 a 1. Per aver rifilato 6 gol al Milan a S.Siro.

Grazie per questo titolo mondiale vinto a modo tuo, con le motivazioni. Perché Marcello, parliamoci chiaro, di campioni ne abbiamo ma non siamo certo arrivati in Germania al top. Totti ha giocato decentemente solo per mezzo mondiale e Zidane, colpi di… testa a parte, ci ha fatto vedere cosa sa fare un campione nonostante un Ringhio alle caviglie. Alex ha fatto più gruppo che dribbling. Toni ha dovuto lavorare più di quanto il suo ruolo richiedesse. E non mi vergogno di aver vinto il mondiale grazie a campioni come Buffon, il capitano, Zambrotta, Grosso, grazie alle passeggiate di Pirlo. Non mi vergogno perché le squadre sono fatte di 11 giocatori. Dal portiere. Dalla difesa. Dal centrocampo. E se sei il più forte del mondo in questi reparti, beh puoi anche permetterti di non avere un attacco stellare. Puoi avere Shevchenko e perdere 3 a 0, puoi avere Ronaldo e uscire contro una squadra quadrata, pulita magari non spettacolare ma che gioca meglio di te.

E poi, posso dirlo?, mi ero un po’ rotto i coglioni del nostro campionato. Se non lo vinciamo noi, lo vince il Milan, nel modo più squallido tra l’altro: 1-0; 0-1; 1-0; 0-1… che traducendo dai numeri binari i risultati del Milan degli ultimi 10 anni esce una profezia di Nostradamus!

Da oggi forse il calcio mi piacerà un po’ di più, vorrei vedere un campionato combattuto, dove la prima in classifica può perdere all’ultima giornata lo scudetto. Senza lo zampino del meteo e di un arbitro con manie di protagonismo però!

Chissà… staremo a vedere. Intanto l’ultimo grazie va a quei giocatori che nella jungla degli sciacalli hanno deciso di farci riprovare il sapore di appartenere ad una bandiera.
Grazie a chi ha deciso di provare a lavare la sporca maglia bianconera invece di gettarla.

mercoledì, giugno 14, 2006

La numismatica.

Le monete hanno un valore. Lo sanno tutti. Il problema che nessuno può sapere quanto vale un pezzo un di rame da 5 centesimi o un argenteo tondino da 2 dinari per chi li porta con sé tutti i giorni. Quando non ero ancora abbastanza alto da aprire la credenza senza l’ausilio di una sedia, ho portato al collo una moneta bucata, se ricordo bene erano 25 corone danesi, per qualche mese, fino a quando il destino, o più semplicemente la mia indole da distratto, non ha fatto in modo che la perdessi tra i sassi di una spiaggia calabra. Ho fatto disperare mezza famiglia, solo mezza perché ero in vacanza con la mezza famiglia che fa riferimento a papà, nelle ricerche persino notturne del mio amato conio straniero. Anni più tardi ho ripetuto la stessa scena con un anello celtico acquistato nell’isola dei folletti che il mare ha deciso di prendermi. Questa volta, sarà l’età o la rassegnazione, forse ci ho solo fatto l’abitudine, le ricerche sono durate molto meno e ho lasciato che le onde del mar ligure custodissero il mio piccolo tesoro al posto mio. Oggi a farmi compagnia sono queste due monete di quasi nessun valore economico, monete che le persone a cui mi legano non ricordano nemmeno la loro esistenza. Uno è un dono della terra in giorni di grande serenità, l’altro è il dono sanguigno di un’esule di un paese che sulle cartine politiche non esiste più. Un giorno, il fato, il mare o forse una birra di troppo mi strapperanno questi pochi grammi di metallo e allora, forse, ci sarà di nuovo posto.

giovedì, giugno 08, 2006

Avanti il prossimo!

Non so bene descrivere cosa io abbia provato nel leggere queste 2 righe di cronaca. Certamente un piccolo respiro di sollievo l'ho tirato. Sono passati pochi secondi e una certa tensione emotiva, quasi un pianto nevrotico mi è salito dallo stomaco.
Ho pensato:"bene, ora 'namosene, no?!".
Poi ho pensato che no, che non ce ne andremo mai, né dall'Iraq, né dall'Afghanistan. Non c'è scampo la nostra società per sopravvivere ha bisogno di gettare tutto sul conflitto. Usa la forza laddove la diplomazia non vince, è una società che non può perdere perché sarebbe come ammettere che in qualche modo il modello è fallace. Dove non vince con le parole, coi soldi, con le frontiere serrate vince con la forza. E' come giocare a risiko senza regole.

Tu mi opprimi e io ti faccio saltare in aria con me - E io ti bombardo - Io ti distruggo i simboli del potere con i tuoi stessi mezzi - Ed io ti spazzo via... peccato che a fine partita non c'è più nessuno che possa tornare a casa dicendo che la palla è sua punto e basta.

Non ho il tempo di scrivere tutto quello che vorrei e come vorrei...
Torno ai miei studi... domani iniziano i mondiali... le birre tedesche a fiumi...

Welcome, it's a wonderful world!

lunedì, maggio 15, 2006

Il pallone è rotondo, i pallonari no.

Sono juventino ma oggi non ho gioito. Non perché sia convinto che i nostri scudetti vengano dalle torbide alchimie del pentolone di Moggi ma perché il 29° scudetto non mi fa né caldo né freddo. La vera gioia è non farlo vincere al Milan, vedere i sogni dell’Inter andare sempre e comunque in fumo. Questi sono i motivi per seguire il calcio.

Sono juventino dalla stagione ’85-’86 quella dell’ultimo scudetto con Platini. L’anno successivo alla tragedia dell’Heysel. Mi è toccato vedere l’ultimo scudetto dell’Inter, quello del record di punti, mi è toccato vedere quella difesa colabrodo farci perdere l’unico mondiale che ricordi che avremmo meritato di vincere. Mi è toccato vedere l’ascesa del Milan di Berlusconi, le coppe campioni vinte a mani basse, una finale che uno juventino non si sogna nemmeo di rifilare 4 gol al Barça. Mi è toccato vedere l’ultimo dei moicani del calcio, l’ultimo vero interprete del pallole che gira senza dare i numeri del lotto, il divin codino, soffrire in una squadra che non riusciva a dargli il meritato scudetto. Mi è toccato sentire sempre la solita solfa, quella della juve che ruba gli scudetti, anche se erano quasi 10 anni che non vincevamo uno scudetto. Mi è toccato vedere Maifredi allenare la mia squadra, credo che per qualsiasi tifoso questa sia una punizione che ripaga di tutti gli scudetti indebitamente presi. Mi è toccato vedere il presidente del consiglio, nonché presidente di una delle squadre più titolate d’Italia, nonché proprietario delle tre reti televisive nazionali private più importanti, già piduista, già proprietario del più grande mausoleo del Paese, nonché attualmente detentore di 5 ministeri ad interim cacciare a pedate il ct della nazionale, reclamare due scudetti e il governo di camera e senato. Sei stufo di contare le 20 mila e rotte schede di differenza tra Te (lo sappiamo tutti che il centrodestra è l’ennesimo prestanome del cavaliere, non prendiamoci per il culo) e l’Unione? Hai deciso di passare al conteggio dei campionati? Accomodati, se il giudice sportivo ve li assegna li metteremo in coda ai 6 anni che si è beccato il tuo lacché e lo sai anche tu che ti sei salvato grazie a certe leggiucole dell’ultimo minuto…

Non ho gioito perché quello che mi fa più schifo dello scandalo del calcio sono gli scandalizzati.

Sono volate parole grosse, grossissime: sistema mafioso, sequestro di persona etc. etc. a parte il fatto che credo che chiudere Paparesta nello sgabuzzino dopo quello scandaloso arbitraggio, perché ricordiamocelo che quell’arbitraggio fu scandaloso, sia stata la cosa più stupida e insieme più genuina che Moggi abbia fatto da quando è alla Juve e soprattutto da domani cominciamo a costruire nuove carceri, fioccheranno migliaia di dedunce di sequestro. Già mi immagino la cronaca: Bimba di 6 anni denuncia il fratello di 8 - “Stavamo giocando a nascondino, mio fatello mi ha scoperta nello sgabuzzino dove poi mi ha chiuso per dispetto per più di 2 ore, è stato terribile!”- ora il giovane burlone rischia l’ergastolo.

Il calcio l’avete voluto grande, bello, competitivo e potente. Il calcio oggi è il quarto contribuente del PIL italiano. Il calcio oggi non è uno sport ma un settore di mercato. Avete voluto quotare le società in borsa, avete voluto i campioni. Un calcio capitalista soffre di tutti i lati negativi del capitalismo. La Parmalat fallisce, e tutti si stupiscono, la Cirio fallisce, e tutti si stupiscono, Roma, Milan, Inter fanno letteralmente carte false (leggi passaporti), e tutti si stupiscono, la juve cerca di farsi dare gli arbitri a lei congeniali, cerca di ottenere i giocatori più forti (con metodi leciti o illeciti, questo non sta a me stabilirlo) e il sistema va riformato, di colpo tutto da buttare. Tutti pronti a scagliare pietre e tra questi poi ti accorgi che ci sono ex-presidenti falliti, giornalisti (magari anch’essi collusi), giornalisti che fanno questo lavoro da 30 anni ma che giurano di non sapere nulla, arbitri (puliti, loro pulitissimi)… a proposito Biscardi si è salvato da una querela dicendo, in soldoni, che il “processo del lunedì” sì insomma non è proprio una cosa seria, è un po’ una via di mezzo, insomma si fa un po’ di spettacolo… questo calcio è una gran ricca buffonata ma i pagliacci veri di tutto questo circo siete voi che avete ancora la faccia tosta di indignarvi.

venerdì, aprile 28, 2006

Il caffè Jesi.

“…la magnificenza e la prosperità di Maurilia diventata metropoli, se confrontate con la vecchia Maurilia provinciale, non ripagano d’una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso nelle vecchie cartoline…” – Italo Calvino, Le città invisibili.



Ci sono angoli a milano, forse sarebbe meglio dire bar all’angolo, che hanno ancora il sapore del vov. Sì il vov io me lo ricordo, anche se di preciso non saprei dire quand’è stata la prima volta che l’ho assaggiato, né l’ultima. Mi ricordo quella sua bottiglia bianca con la stampa rossa e blu. Credo di ricordarne vagamente il sapore, l’odore. ma la cosa che meglio ricordo è lo scaffale alto del bar di mio nonno dove stavano le bottiglie d’esposizione. Dal pavimento di quel bar io raccattavo le cicche spente da terra. Credo che il motivo fosse che mi ricordavano quelle carammelle mou che tanto amavo. Che mi hanno sbriciolato i denti da latte. Che erano fonte di litigio tra mia nonna e mia mamma. Ancora oggi ricordo la difficoltà di togliere la sottile carta che le ricopriva, appena un po’ di caldo cominciasse a scioglierle, tanto da rinunciarci, tanto da mangiarle con abbondanti pezzi di involucro residuo. Non so se sia grazie agli anticorpi fatti con quelle cicche che oggi mi ammalo raramente o se per colpa di quelle cicche che alterno periodi in cui fumo come un turco a momenti di rifiuto pure del fumo di una candela, fatto sta che mi sono rimaste dentro come un imprinting, che rimane lì, sopito, apparentemente spento, salvo poi manifestarsi all’improvviso, doloroso come la lingua che batte là dove il dente duole e piacevole come i ricordi chiamati alla mente dagli oggetti ritrovati in fondo ad un vecchio cassetto.

Cazzo ho finito le sigarette. Sono nella fase turca.

Ieri, grazie al nostro endemico fastidio nell’uso dell’auto, alla costante cocciutaggine a non arrendersi al solito pub, a un pizzico di snobbismo culturale, a non so quale cazzo di intreccio del fato (e fatemela romanzare un po’) siamo finiti al caffè Jesi. Una volta i bar non avevano bisogno di un nome. Erano semplicemente il bar sotto casa e basta. Forse perché una volta il nome lo avevano le persone del bar e non le cose. Il nome del caffè che si beveva era più che sufficiente. E il caffè jesi è gestito ancora da una di quelle persone che hanno un nome. Hanno una storia da raccontare. Che si intreccia con le storie di chi, pur girando il mondo per professione, sceglieva comunque di stare al bar sottocasa. Si intreccia con gli amori, le amanti, le mogli, le professioni già atipiche di chi si spartiva tra un lavoro dagli orari strani e una partita a ciapa no. Storie che sanno rendere una semplice sera costantemente minacciata dalla pioggia una sera un po’ speciale.


p.s. un giorno vi faccio i test della foto.

venerdì, aprile 21, 2006

Scene di ordinaria follia.

Vecchia bastarda: ”mi scusi ho solo questo mi farebbe passare?!”

Sottolapioggia : ”certo signora, si figuri mi diverto a fare la coda!”, con tono udibilmente scocciato.

Vecchia bastarda:”grazie, troppo gentile…”

Masantalamadonnainlacrimeegesùcristoincroce avrai un età tra i 230 anni e 215 portati male, mi spieghi brutta stronza rompicoglioni dove cazzo devi andare con i tuoi 157 grammi di pesce che ti hanno venduto per fresco e che in realtà contiene più tossine di botulino delle guance della Parodi?

No adesso mi spieghi, brutto resto in decomposizione, che cazzo ci fai di tanto importante con 3 minuti e 7 secondi che hai guadagnato passandomi davanti? Ci spendi la pensione che non hai!?

Che poi passata davanti a me non è che hai guadagnato le prime file manco fossi un abbonato rai, no, ti sei messa lì, a spregio totale del mio tempo… checazzo almeno sfrantica la nerchia a tutta la fila, mal comune mezzo gaudio, ti stavo così sul cazzo?! Sono i miei capelli da fascio-carabiniere, perché se almeno fossero quelli potrei pensare che sei una vecchia anarchica che mi rompe la palle per il mio stile un po’ nazi-battagliero, oppure è il cazzo di orecchino al naso? Perché se fosse quello ti do voletieri una sprangata in fronte e facciamo pari. No dimmi ti prego perché te la sei presa con me, solo con me. Unicamente con me.

Vuoi scavallare la fila? Fallo. TUTTA però DIOCRISTOTUTTAAAAAAA…

Lo so, finirò per prendere l’ergastolo per aver dato troppo lavoro a geriati, a Crepet e perché troveranno resti paleolitici nel mio freezer…


Ammazza la vecchia col FLIT!!!

giovedì, aprile 06, 2006

Sono un estremista.

Dai insomma diciamocelo, non c’è mica bisogno di tirare molotov o spaccare vetrine per essere estremi nelle proprie manifestazioni. Non ci sono cazzi qualsiasi cosa faccia ha una parvenza di essere definitiva nel bene ma soprattutto nel male. E allora mi taglio i capelli, non un po’, non che li regoli se dico che li taglio li taglio punto e basta. La cosa assurda è il motivo che porta a farlo, un motivo che venti minuti dopo non c’è, rimosso con la chioma. Che sarà pure fastidiosa nei primi giorni di sole ma che fa comunque la sua porca figura. Quel che resta dei miei capelli scende per lo scarico del cesso che gorgoglia quasi otturandosi. Il motivo vero di questo post non ho voglia di scriverlo, che i miei vizi rimangano privati.

Comunque se a qualcuno interessa, sappia che mi sono spaccato il cazzo da oggi nel mucchio ci sono anch’io.

martedì, marzo 28, 2006

Ho bisogno della grande madre Russia...

A parte il fatto che mi hanno preso per sfinimento (non consiglio a nessuno di fare stocazzoditest che non finisce mai...) ad un certo punto ho cominciato a rispondere come al toefl: a caso!!!
comunque, per chi proprio proprio non sa resistere, il link è questo.

Diliberto 14%
Bertinotti 14%
Pecoraro 12%
Di Pietro 12%
Prodi 11%
Fassino 9%
Bonino 6%
Mastella 6%
Rutelli 6%
Mussolini 5%
Fini 3%
Casini 2%
Berlusconi 2%
Bossi 0%

un paio di veloci considerazioni:
1. sono finito di nuovo in braccio a faustino... almeno sono coerente.
2. in fondo diliberto è un compagno che sbaglia normale che la si pensi uguale...
3. lasciamo stare i bassifondi della classifica ma se becco quel 12% di rutelli-mastella che c'è in me lo purgo e lo spedisco in un gulag in russia a farsi sodomizzare da 300 negri-albini-ebreo-comunisti-froci e pure un po' atei... se qualcuno lo vede mi faccia un fischio!

venerdì, marzo 24, 2006

Memoria Storica

Scrivere la storia è un modo di sbarazzarsi del passato.
(Goethe)
La verità.

la verita'
...e la loro verità.
la loro verita'
No comment.

venerdì, marzo 17, 2006

Io sto qui.


Avete problemi di orientamento? Ecco una sorta di bussola.... pim pam le scarpe pim pam di notte van sul sentiero di pietre...

domenica, marzo 12, 2006

Povera Italia.

Come al solito mi tocca andare contro corrente. Mentre tutta l’Italia (o presunta tale) aspetta quello che si preannuncia essere l’evento mediatico del 2006, altro che San Remo, e non me ne vogliano le 65 pole di Schumy, credo che dedicherò allo duello di mezzanotte di fuoco non più di queste quattro righe.
Un commento preventivo ad uno scontro politico che sarà pieno di tutto tranne che di politica.
Sì perché il problema non è più: “se il nano attacca sulla giustizia, noi come rispondiamo” o “se stuzzicati sulla questione TAV come ne usciamo” ma ben più rassicuranti questioni estetiche: “chi è il regista?”, “da che parte ci inquadrano?”, “chi modera il dibattito?”, “se ho la forfora ci sarà un’impietosa inquadratura della mia spalla sinistra?” e così via…
Senza contare che con l’illuminante (mi sembra proprio il termine adatto) manifestazione di ieri siamo stati bravissimi ad offrire il fianco alle barbare reazioni dei docili cittadini milanesi, reazioni che, non dubitate, il pimpante ex “bandanato” non mancherà di cavalcare.
“Povera Italia” è una delle espressioni preferite di mio nonno che è saggio, che ha visto la guerra, che ha patito la fame e che proprio perché è saggio che non mi ha mai detto per chi vota, e oggi che mi si chiede di scegliere tra un sorriso incastonato in una maschera di plastica e una mortadella transgenica voglio fare mia questa antica locuzione di rassegnazione. In un'Italia dove anche un “comunista” come Mieli e prima di lui lo “stalinista” Montanelli hanno sentito l’esigenza di schierarsi mi sento di dedicare a Mimun, Vespa, addetti alla comunicazione vari un paio di versi del Porta.
E ditemelo voi se non suonano più che adatti…

{…}
Ma n’havii faa mo tant, violter baloss,

Col ladrann, e coppann gent sôra gent,

Col pelann, tribolann, cagann adoss,


Che infin n’havii redutt al pont puttana

De podè nanca vess indifferent

Sulla scerna del boja che ne scanna.
[Milano, 1814]

p.s. mi scusi il signor G se la parte del qualunquista per una volta la faccio io…

martedì, marzo 07, 2006

...e scusate se è poco!

Era sabato 4 marzo, erano quasi 24h che non mettevo piede in casa, era una giornata un po’ bigia una di quelle giornate milanesi che vorrebbe essere bella lei ma proprio non ce la fa, “con quel cielo incomprensibile che non si capiva se fossero nubi o soltanto nebbia al di là della quale il sole, forse”. Era un sabato con un lungo brunch, con una comune sorta e poi scissa, tutto nel tempo di un caffè e di un panino con lo zola pucciato nel latte. Era un sabato dove un muro bianco sembra nebbia ma non è, e dove anche le maschere che proprio non si vogliono staccare ad un certo punto cadono. Un sabato di puzzo di colla vinilica e di profumo di onestà. Un sabato che torni a casa e trovi una lettera che recita:














TOEFL SCALED SCORES
Reading25
Listening 19
Speaking15
Writing24
Total Score83


...e scusate se è poco!

venerdì, marzo 03, 2006

milano

esiste una milano fatta di sangue e asfalto, fatta di paraurti rotti, atttaccati con lo sputo, esiste una milano di parole grosse che volano nella notte, di paure forti e odori di aliti rancidi di birra. esiste una milano che ha bevuto troppo una milano di espedienti, esite una milano di notte dove ci si incontra ma soprattutto ci si scontra. esitste una milano che se ne va, una milano che ritorna. esiste una milano fatta di occhi fissi di sfida di galli grossi e di galli finti. esiste una milano che minaccia, che si azzuffa in cui la legge è lo spauracchio più grande, esiste una milano dei giochi e dei contro giochi delle provocazioni, delle notti dure dove solo a muso duro si capiscono le cose. esiste una milano in cui un furgone rotto parte alla seconda macchina che passa. esiste una milano che si schernisce, che si sfotte, che manca, che si mangia. esiste anche la milano che è una striscia di troppo, l’ultima, di una targa presa di una targa persa dove cento duecento euro si fanno facili con una assicurazione. esite una milano delle troppe birre una milano che risolve le cose ad un bar in un bar a volte a parole a volte col cric. esiste una milano dove mille baci su una portiera non bastano ad intenerire un fattone. esiste una milano dove ci fa grossi ci si sfida perché il primo che alza le mani non le prende ma ci perde… questa è la mia milano delle notti dure che avevo scordato, un'altra milano.

mercoledì, marzo 01, 2006

Carnevale!

Chi non lassa cor, no sa viv - proverbio milanese
Pensi che il carnevale sia roba da bocia?


oppure potete sempre fare un salto all'Area 51

buon divertimento!

domenica, febbraio 26, 2006

I ragazzi (borghesi) dello zoo di Berlino



"Chi ben comincia, finisce male. Chi comincia male,
finisce peggio." - Legge di Pudder



Ora già da Città Studi a Lorenteggio è una vasca ma poi da Lorenteggio a Bovisa e poi da Bovisa a Lorenteggio e da Lorenteggio di nuovo a Città Studi, cazzo la medaglia d’oro dovevano darla a me non a Di Centa!

Il mio programma teatral-culturale salta per cause di forze maggiore: sala piena, ma quando pensi che passerai la serata davanti alla tv spulciando tra i replay delle più belle medaglie olimpiche e i fogli elettronici incancreniti della tua tesi, arriva una telefonata che pare aprirti la strada a ben altro e più piacevole epilogo1. “Siamo in Wagner a fare un aperitivo, pasta da un’amica e poi festa in un mobilificio in bovisa. Perché non ci raggiungi?” – La compagnia è buona, persone che non vedi spesso ma con cui sai di star bene e poi la prospettiva di quel animale mitologico che sono “le amiche delle tue amiche” ha sempre una forte attrattiva anche sugli umori più schivi. Ovviamente accetto al volo anche sospinto dall’idea di non dover sentire nuovamente la voce di Stefano Bizzotto e comincio a zampettare per casa, sfregandomi le mani, manco fossi Gian Maria Caviggioni liberato dall’onere del concerto con la moglie2.
Giunto a destinazione in via *******,*, non senza qualche difficoltà anche perché il ricordo più vivo che ho della zona è un negozio di vestiti usati dove anni fa comprai dei pantaloni per mille lire, pantaloni che non ci sono più, come il negozio del resto, visti i prezzi, mi pare proprio il caso di dire, stracciati, il cancello del palazzo non vuole saperne di aprirsi e questo doveva già dirmi molte cose…
Sarà la scrivania artigianale su cui fieri e cibernetici stagliano due monitor ed un portatile, ambiente ovviamente amico a chi si è sparato anni di studi scientifici ma la prima parte della serata scorre via piacevole in un appartamento in cui mi trovo naturalmente a mio agio tanto da offrirmi di fare il caffé manco fossi a casa del mio migliore amico. Gusti musicali diversi, sigarette e trucchi si fondono in un ilare gioco misto di tensioni sotto e sopra pelle e brandelli di storie di ognuno di noi. Alla seconda figura di merda decido che il caso di stare attento a cercare di evitare certi argomenti e tra l’idea di fondare un nuovo blog a quattro mani e quella di scappare a Copacabana, se credessi nei karma, potrei dire che i nostri karma andavano gradualmente fondendosi. Il peccato fu decidere prendere la via della festa.
Più ci avviciniamo e più il bordello giovanile aumenta, l’adrenalina all’idea di un gran ritrovo si scioglie nelle vene e la difficoltà di trovare parcheggio diventa cosa minima. Passati l’insegna riattacco il cervello e la domanda mi sorge spontanea: “Ma si paga?” – “Mah penso di sì, un 10 euro” – e il pallore di quelle gote dark ed eleganti si trasferisce senza indugio sulla mia faccia ma per fortuna è buio e non si vede. Cesare avrebbe detto: “Alea iacta est”3, il Rubicone della cassa non era ancora passato ma il punto di non ritorno sì e mestamente estraggo dal mio portafogli inneggiante a ideali perduti, più o meno un’ora lorda di lavoro e mi accingo a pagare. Al primo piano ci aspetta il limbo del guardaroba ma non ci curiamo di loro, guardiamo avanti e passiamo4. In una totale antitesi dantesca il peggio ci aspettava più in alto. Il ritmo dei 150bpm si sta impadronendo spontaneamente dei nostri corpi e arrendiamo spalle, braccia e glutei alla base finché non giungiamo all’ingresso del capannone. Ora io non ho il minimo senso dello spazio ma quel posto sembrava grande almeno mezzo campo di calcio pieno zeppo più che di individui di unità. Mi faccio largo tra la folla a mani alzate manco fossi perquisito dalla polizia, mosso da un senso del pudore anacronistico, l’antifona è diversa: io devo essere qui per toccare, loro sono qui per farsi toccare, non ho capito un cazzo come al solito! Poi si fa largo, in me questa volta, l’idea che questa musica faccia cagare ad una percentuale dei presenti variabile tra il 40 e il 60% forchetta ampia, lo so, non me ne voglia Mannahimer5 ma che, comunque sia, qui, stasera, bisognava venire.

Non ho certamente la classe del bombarolo di De André, ho comunque provato il forte istinto di farmi saltare in aria come in un moderno ballo mascherato delle celebrità misto ad un senso di autolesionismo: forse non ci rendiamo conto, come d’altronde nemmeno i cuccioli del maggio, che il potere da abbattere siamo già noi.

Tra luci elettroniche e suoni stroboscopici passa un altro inutile6 (al grido di: “meglio autoreferenziali che banali!”) sabato sera milanese. Finalmente potrò dire: “Io c’ero!”.

Note:
1. Cili questa la contiamo tra le 10 epi- giornaliere!
2. vedi C. E. Gadda – Un “concerto” di centoventi professori
3. Caio Giulio Cesare nel 49a.C. sulle sponde del Rubicone
4. c’è bisogno della nota?
5. presidente della Società italiana di Studi Elettorali
6. vedi il post O che Chicca

sabato, febbraio 25, 2006

7 e non più 7















Dopo una prima fase molto "seriosa" ho voglia di giocare un po'. Come vi sarete accorti il mio non è per nulla un blog tematico, o forse sì e il tema principale è: "Che cazzo mi passa per la testa in questo momento ma che tra 2 minuti mi sarò già scordato". Avete visto quella cazzata di "50 volte il primo bacio"? beh se ci pensate bene ha un sacco di vantaggi...

E in quest'ottica, cioè qualsiasi cazzata scriviate me la dimenticherò presto, vi invito a partecipare commentare, ruttare, sbraitare sui vostri

7 e non più 7

p.s. l'idea non è per niente mia l'ho travata su vari blog di gente più sveglia di me...

7 cose che voglio fare prima di morire

Visitare Caracas
Fare qualcosa veramente bene
Passare una intera settimana a letto
Lavorare all’estero
Fare un salto alle isole Aran
Passare una notte con Meg Ryan
Girare un film

7 cose che non posso fare

Dormire con Meg Rayan
Mettere le maglie di lana tanto care a mia nonna
Votare per Berlusconi
Portare i boxer, è una storia lunga, lasciamo stare
Donare il sangue (sono un vampiro)

Non ce la posso fare (un'altra storia lunga... eh Fra?)
L'Alessia Merz del Tdb (eh lo so che ci speravate...)

7 cose che mi piacciono del bloggare

Uh?
Mmm?!
Vediamo?!
Le cazzate che si trovano nei vari blog
Le cazzate che si trovano nel mio blog
Ochechicca
Effettivamente perché bloggo? Boh!

7 cose che dico spesso

Echeccazzo
Sticazzi
Sono nato a Caracas (spero sempre di far colpo!)
Ué ciccetti! (grazie a “ildiavoloprobabilmente”)
Manonmirompereicoglioni(scritto proprio così!)
Sì vabbé.
Sganamanüber (non lo dico spesso ma mi piace un sacco!)

7 libri che mi piacciono

Il paradiso degli orchi
Bastogne
Cent’anni di solitudine
Quattro amici
La banda dei brocchi
Novecento
Alta Fedeltà

7 film che rivedo sempre volentieri

Frankenstein Junior
The Rocky Horror Picture Show
Harry ti presento Sally
In cerca di Amy
Le Iene
Provaci ancora Sam
The Doom Generation (ma vi sfido a trovarne una versione che non sembri passata per la lama di Jack the ripper)

7 persone a cui passo la palla

Eolo
Cucciolo
Dotto
Brontolo
Mammolo
Ruttolo
Scaccolo
(sono sette? Che son stufo di inventare nani…)

venerdì, febbraio 24, 2006

999 è 666 rovesciato?

Post veloce per un numero quasi tondo.

Mille e non più mille
diceva uno che si faceva molto più di me!

Ci siamo, grazie a tutti quelli che hanno surfato con me fino ad ora!

mercoledì, febbraio 22, 2006

O Che Chicca!


Post doverosamente dedicato agli amici “lontani” di O che Chicca che coraggiosamente mi hanno telefonicamente ospitato mentre mi ingollavo di negroni e patatine nella tipica inutile serata milanese.

Sottolapioggia: "Facciamo una breve cronaca?"

Resto del mondo: "Che palle!"

Cazzi vostri il blog è mio, dio (grazie oh grande blogspot, già che ci sei se eviti di cassare la metà dei commenti e non ci metti 12 ore prima di mettere qualsiasi cosa online ci fai un favore, che non ti sono io sempre stato devoto? – ho fatto un inciso lungo come l’attacco de “i promessi sposi” vabbé) me l’ha dato, dicevo, e guai chi me lo tocca… Attenzione che il DITONE è sempre in agguato! Comunque tutto inizia bene con la mia completa incapacità di dire qualsiasi cosa di utile, tutto normale, (oh ragazzi sto ascoltanto Fabi Fibra, mi converto all’ hip hop demenziale!) in fondo io sono quello che si sente in colpa dopo aver mandato a fare in culo la registrazione dei caselli, avete presente quella tipa che dopo averti ciucciato i soldi dal bancomat ti dice con voce metallica: "arrivArdArci" !? Eccomi! Sto per riascoltarmi! CHE IMBECILLE! Oh madonna basta sto cazzo di post non lo metto… che vergogna…

Vabbé se avete almeno la metà del coraggio che ho avuto io scaricatevi la puntata, loro sono davvero dei grandi! Auguri Ciana! (ma se ci citiamo da un blog all’altro facciamo autoreferenzialità al quadrato?!) - Ho capito la smetto -

Sharon vi bacia e suggerisce più Ramones e meno Zampetti,

a presto!

Ma l’amico grigio della par condicio è Gandalf prima della digievoluzione?!

epica – epicamente – epicanto – epicardio – epicardite – epicarpio – epicarpo – epicedico – epicedio - epiceno… dite che come autoflagellazione 10 termini al giorno bastano!? Quando arrivo a epigramma ci risentiamo?!

domenica, febbraio 19, 2006

Serata da rapper


"Oggi non c'è sole intorno a me salvami, risplendi e scaldaci, voglio il sole, cerco nuova luce nella confusione di un guaglione..."
{Neffa e i messaggeri della dopa}


Uno se va da un amico per una cenetta chimico-cinese e si ritrova in una kermesse {clikka qui} rappettare leoncavallina con pure 5 neuri in meno. estigrancazzi. No adesso scherzi a parte ma mi sono ricordato come mai la mia vita negli ultimi anni sia virata verso altri luoghi di culto rispetto ai ben più amati e rilassanti centri sociali. Non si può certo fare di tutta l’erba un fascio, a maggior ragione in questo caso, ma cazzo fatemi fare un po’ di polemica che si sa che mi viene bene. Senza volerlo mi ritrovo al “Valva Rap” supermegasfidaglobaletotale tra 33 rimatori “fristaila” che in una sorta di duello si eliminano a vicenda a colpi di velocissime e incomprensibili parole. Ad essere onesti per la prima parte della serata mi stavo pure divertendo: birretta, qualche tiro di dogana, e la formula 1 vs. 1 che si sa è sempre molto spettacolare… mi sentivo oramai parte integrante della ben più preparata e appassionata giuria popolare [che tanto per cambiare non conta un cazzo più manco nei c.s.a.] e blitz dopo blitz (credo che si chiami così il momento in cui il rapper attaccata a rimare, non che ci volesse molta fantasia…) la simpatia per questo o per quello sale… nelle pause ti fai un giro al baretto, un po’ di reggae, 4 chiacchere con giovani hipopper e quella stima naturale che ho sempre provato per l’impressionante esibizione dei breakers /non ho assolutamente idea del fatto che il termine sia giusto comunque credo che abbiate capito/. Quando succede la tragedia: il cavallo su cui avevi puntato viene eliminato. Tra l’altro una ragazza che stava simpatica anche solo perché era lì a vadersela con tutti questi maschi che si mostrano sgamatissimi e che poi si accendono una sigaretta solo per farsi coraggio. A quel punto pensi: “beh me ne posso andare”, e invece no perché ora sei preda della voglia di sapere chi sarà il migliore! Tagliando corto alle 4.02 dormivo su una sedia di plastica bianca tra basi elettroniche e scratch di dj guest.

Vi lascio con la mia nuova passione musicale:

Perchè vedi un pò di anni fa/vedevo mamma e papà/dentro una scatola/dietro due psichiatri ed ero solo un bambino...un bambino!!/e dicono capita/ma non spararti frà/sfogliami l'anima/e vedrai che c'ero cosi vicino....cosi vicino!!!


Per la cronaca ha vinto Clementino battendo in finale Ozie suo compagno di crew...

sabato, febbraio 18, 2006

Brandelli di un Nutella Party

Che mondo sarebbe senza Nutella?

Tra le righe di una serata particolare a volte si scoprono le striscie caratteriali sommerse di qualcuno che non hai, anzi che non è, visto che ho sempre preferito il verbo essere all’avere. E’ come tra le venature di una roccia: puoi trovare un colore imprevisto incastonato laddove non te lo aspettavi.

Si può fare mattino con persone offese a cui vuoi comunque bene, senza fare nulla per tutta la notte. Si può tornare a casa, pulita e linda come non mai a causa dell’irrefrenabile esigenza di sfogarsi che ti ha assalito il giorno prima e costruttivamente incanalata in un’inaspettata reazione igienista, infilarsi nelle lenzuola e pensare che “la guida intergalattica per autostoppisti” sarà anche per stasera la tua unica soddisfazione e nonostante ciò pensare che in fondo va bene così.
Non mi piace la Nutella ma a volte fa bene.

Buon weekend.

p.s. ti meriteresti ovviamente più spazio, comunque buon compleanno Faber.

giovedì, febbraio 09, 2006

Il "gioco" dell'Haiku

Vorrei aprire una sorta di post permanente decicato all'Haiku.

L'Haiku è un componimento breve, di tre righe, originariamente composto di 17 sillabe.
Lo schema base dell'Haiku è tendenzialmente 5 + 7 + 5 uguale appunto a 17. Per chi volesse saperne qualcosa di più clikki qui. Le regole però non sono rigide, molti scrivono Haiku con un numero libero di sillabe, tutto rimane a vostra discrezione.

D'ora in poi troverete un link nella colonna qui a fianco che rimanderà direttamente a questo post, in modo che in qualsiasi momento possiate lasciare il vostro Haiku personale.

Mi raccomando: non è una sfida, non è una competizione è un
GIOCO, lo scopo è solo quello di stimolare la nostra fantasia!

Un esempio scherzoso potrebbe essere questo:

Che cos’è un Haiuku?
E’ scritto qua, suppergiù,
Sudoku?! Mai più!

Un altro paio di Haiku li trovate sotto il post "Urfaust - Urich"
da cui ho preso l'idea grazie al commento di p.yume

Buon divertimento!

domenica, febbraio 05, 2006

Urfaust – Urich


"...ma io so che la noia finirebbe nell'attimo in cui si ristabilisse la natura veridica del coito."
(La vita agra -
L. Bianciardi)


Si può pensare a volte che sia ora di mettere la testa a posto ma per quanto mi riguarda preferisco mettere la testa al post. Scusate la battutaccia ma scelgo di mantenere un tiepido umore di amara ironia che mi permetta, si spera, di non crollare nel facile vittimismo di un momento in cui il mio stato d’animo vibra a 440Hz ma senza l’armonia di un perfetto La. In tempi di metafore e di facili analogismi protoculturali credo che mi lascerò avvincere dalla tentazione di paragonare la mia misera condizione di agente suburbano, nemmeno poi tanto sub (smettiamola di piangerci addosso), a ben più alti e considerati archetipi della letteratura romantica senza però rinunciare ad imbrigliare in queste prime righe tutto il fastidio di un linguaggio già troppo tedioso sin dai termini. Non prometto di riuscirci.
Bene, liberatomi del fardello linguistico, evidentemente solo in potenza, passiamo, ammesso che ci riesca, al succo del discorso (va già meglio). A chi non è capitato passeggiando per la strada in preda a quei pesi che ti incurvano pure l’ombra di incontrare, così per caso come si incontrano gli amici in manifestazione, un diavolo che per pura scommesa con dio, una di quelle scommesse che vale 1 fottuto dollaro manco fossimo in una commediola americana degli anni ’80, ti propone di poter avere tutto, e quando dico tutto intendo TUTTO, in cambio di una misera goccia del tuo sangue, a suggellare il vostro patto, in cui tu, senza troppo struggimento, dichiari di cedergli, una volta trapassato a ex-“miglior vita”, la sudicia (peggio di un calzino di giuliano ferrara dopo una puntata di ottoemmezzo), e per questo oramai inutile, anima tua. Mi chiedo: “Chi?” di fronte a cotal, potremmo pur dire, culo, non si getterebbe senza indugio alcuno nelle braccia di simile affare! Parliamoci chiaro, chi mi conosce lo sa: non so più carabiniere etc, etc…, baggianate a parte vi svelerò un mistero: io non credo in dio. Sì cari chiudete pure le vostre attonite mascelle so che la rivelazione vi lascerà indelebilmente sorpresi ma soprattutto non ho intenzione di spendere soldi in pranoterapeuti per raddrizzare la paresi facciale che vi affligge, quindi se avete concluso con le smorfie da premio nobel meneghino proseguiamo. Pure un ateo, agnostico, miscredente, peccatore, mangiatore, possiamo pur dire accanito, di bambini, infedele, perenne neofita di tutto ciò che della fede è campo, inciampato in una sì prodigiosa imbeccata chiuderebbe l’animo, e non solo quello, in mistico e perenne tentativo di espiazione dei peccati della sua, fino a quel momento, troppo dissoluta condotta di vita. Ma per piacere, e non mi iteressa, a differenza dello spassoso regista ebreo americano, di quale sarà la compagnia che avrò tra le bolge dantesche, che importanza ha se dovrò dividere le pene con ulisse o se tra i miei compari ci sarà quel sodomita di aldo busi, anzi se c’è qualcuno più avvezzo di me in diritto canonico mi mandi per favore un prospetto informativo così giusto per farmi un’idea del clima che mi aspetta, in fondo non so neppure se verrò giudicato per i miei più gravi reati, come mi par pur giusto, anche se compiuti in una situazione tale da concedere le più larghe e comprensive attenuanti, o se per il divin indice saranno più considerate le mie reiterate debolezze fornicatorie, dicevo, mi si faccia il piacere di comprendere che se la religione, la chiesa, la filosofia, la sociologia, la scienza, l’universo ma che sia pure fidel castro o perché escludere totti e vieri, se ci fosse sulla faccia della terra un uomo o qualcosa che possa dimostrare la lampante esistenza di dio, e non certo del dio della verde prateria di de gregori, questo mondo sarebbe certamente diverso, sicuramente molto più noioso ma diverso.
E se vogliamo proprio etichettare il pensiero consideratemi pure un agnostico dell’etica, nel senso che non ci è dato di sapere cosa E’ giusto e cosa E’ sbagliato, ci dobbiamo accontentare di ciò che consideriamo giusto o sbagliato, salvo poi renderci conto, non certo tutti, che in quanto uomini - inteso come genere umano, perl’amordelcielo non fatemi pesar oltre le parole – siamo ovviamente caduchi e pure estremamente volubili e infidamente bastardi, tale per cui, caro dott. Faust, possiamo pure considerarci parenti visto che poi spesso mi trovo a disquisire di certi argomenti che evidentemente per mia stessa ammissione né conosco e né ne ho una chiara ma soprattutto costante opinione.
Spero non faccia troppo caldo,
sinceramente vicino,
sottolapioggia

domenica, gennaio 29, 2006

L'acquaforte e l'adrenalina

L’acquaforte scava i solchi sul metallo che ne porterà per sempre, indelebilmente i segni del suo passaggio.

Fotografia, incisione di una notte senza tempo, ammesso che il tempo esista, luce fragile di un mattino che domani non sarà qua. L’alba, il nostro orario migliore. Per morire, per finta, per davvero, tra il freddo soffocante del pile di una coperta che per me è stata sempre troppo corta e oggi non lascia più un solo angolo del mio petto scoperto. L’alba, per girare nudi per casa, una sigaretta in una mano ad aiutare l’innocua cugina della tisi e una tisana nell’altra per sconfiggerla. L’alba per guardare ancora una volta quel taglio che va dalla parte superiore del tuo organo olfattivo fino al primo neo sopra il tuo sopracciglio, quel frammento di te che fino dalla prima volta seppi che mi avrebbe reso innocuo. Nuovi rimedi antichi tramandati da un sapere più odierno di quanto non sembri e luce riflessa in quello sguardo a cui avevo giurato vendetta, senza misura, senza fine fino ad avere le mani sporche del sangue del tuo pentimento. Ed ora docile e deciso, recido con mano ferma quell’embrione di cancro che credevo mi sarei portato dentro fino ad uccidermi, fino ad ucciderci. Oggi i tuoi segni stanno nella mia adrenalina, tra le parole di una canzone che ci ha uniti alla sola idea di poterci credere.

giovedì, gennaio 26, 2006

Per una Bionda


«La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici.»
(Benjamin Franklin)





Primi di Agosto – Spalato, al tavolino di un bar.

Si dovrebbero decantare le tue lodi come solo un vate d’altri tempi saprebbe fare. Più illustri di me altri ammiratori, che tuoi schiavi sono caduti, hai sicuramente avuto. Sarà il colore dei tuoi ricci o il sapore che alla vita solo tu sai dare che costringe tutti noi ad adorarti e ad esserti fedeli servitori. Spero che tu voglia accettare anche questo mio componimento e che tu mi possa perdonare se non sarà all’altezza di ciò che meriti. Sono solo un adulatore da strapazzo e tu invece qui, di fronte a me, sei la bionda più bella che c’è. Ti chiamano in mille modi perché in mille modi sai essere. Oggi bionda, domani rossa, a volte corvina come la pece, forse la mia preferita, oh birra che mi illumini la vita.

domenica, gennaio 22, 2006

abbiamo già finito


porco cristo offenditi
c'è una dote che non hai
non è chiaro se ci sei
sei borghese arrenditi
gli architetti sono qua
hanno in mano la città

cambia rotta
cambia stile
scopri l'anno bisestile
è volgare il tuo annaspare, sai
squarciafavole t'illudi
come notte fra le nubi
questo è l'unonovenovesei

cristo fa che lei non sia qua
non è chiaro, si lo so
ma è una dote che non ho
estremista edile
piangi e poi gli fai le fusa
mentre ho perso la mia musa

cambio rotta
cambio stile
scopro l'anno bisestile
è volgare il mio annaspare, sai
divertente e criminale
la tua scala di sapone
questo è l'unonovenovesei

dove sei?

sabato, gennaio 21, 2006

Che_ride



guardami, non te ne pentirai!

La Vita, Oggi.


Preghi Dio che la renda simile alla pietra. E' la felicità che riserva a se stesso, l'unica, vera felicità.
( Il Malinteso - Albert Camus)

Ma che strana la vita oggi ho pensato di fare qualcosa, per una volta, di prendere in mano la situazione. Prima ho mandato un messaggio a G. e poi mi sono ripromesso di telefonare a C., già avevo deciso che avrei chiamato C. Non c’è un vero e proprio motivo, una causa scatenante, o per lo meno non c’è un motivo in più di ieri per farlo oggi. Eppure per un motivo o per l’altro oggi ho tirato su il telefono e ho composto il numero di cellulare di C. e l’ho chiamata. Il numero di cellulare, come se non sapessi che alle 20.22 di lunedì l’avrei porbabilmente trovata a casa, il numero di cellulare come quando chiami quelle persone a cui hai paura di dare fastidio, così se non vogliono, possono anche decidere di non risponderti.