Le monete hanno un valore. Lo sanno tutti. Il problema che nessuno può sapere quanto vale un pezzo un di rame da 5 centesimi o un argenteo tondino da 2 dinari per chi li porta con sé tutti i giorni. Quando non ero ancora abbastanza alto da aprire la credenza senza l’ausilio di una sedia, ho portato al collo una moneta bucata, se ricordo bene erano 25 corone danesi, per qualche mese, fino a quando il destino, o più semplicemente la mia indole da distratto, non ha fatto in modo che la perdessi tra i sassi di una spiaggia calabra. Ho fatto disperare mezza famiglia, solo mezza perché ero in vacanza con la mezza famiglia che fa riferimento a papà, nelle ricerche persino notturne del mio amato conio straniero. Anni più tardi ho ripetuto la stessa scena con un anello celtico acquistato nell’isola dei folletti che il mare ha deciso di prendermi. Questa volta, sarà l’età o la rassegnazione, forse ci ho solo fatto l’abitudine, le ricerche sono durate molto meno e ho lasciato che le onde del mar ligure custodissero il mio piccolo tesoro al posto mio. Oggi a farmi compagnia sono queste due monete di quasi nessun valore economico, monete che le persone a cui mi legano non ricordano nemmeno la loro esistenza. Uno è un dono della terra in giorni di grande serenità, l’altro è il dono sanguigno di un’esule di un paese che sulle cartine politiche non esiste più. Un giorno, il fato, il mare o forse una birra di troppo mi strapperanno questi pochi grammi di metallo e allora, forse, ci sarà di nuovo posto.
La notte delle Liridi
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Eh son tutti bravi a scrivere di stelle cadenti il X agosto, un po' più
complicato è parlarne il XXII aprile (la notte delle Liridi), anche perché
io, al m...
9 anni fa