venerdì, novembre 28, 2008

-"C'è qualcosa che lava più bianco della lavatrice?"
- "La Paura, la Paura lava che più bianco non si può". M.A. - Afterhours.

Quando si dice: "le coincidenze". Sono giorni questi, sarebbe meglio dire mesi, sporadiche pause di euforia alcolica e adrenaliniche notti danzerecce a parte, di lunghe e noiose riflessioni. Fortunatamente ho saputo tener fuori un buon numero di mei amici dalle mie tediose elucubrazioni. Alcuni dei suddetti amici non sarebbero d'accordo. Fatto sta che sono giunto ad una conclusione, ciò che dobbiamo combattere è la Paura. Pochi giorni fa ho fatto con scarsi successi il mixer umano per V for Vendetta, chi l'ha visto ed è in grado di guardare oltre al fumettone supereroico pseudo-futurista, ha già capito di cosa sto parlando. La Paura è qualcosa che ci rende totalmente incapaci di agire, di pensare e re-agire in modo critico. La Paura ci fa stare immobili, lì a guardare la vita che passa, pensando "tanto prima o poi passa", senza renderci conto che a passare è solo il tempo ed ogni istante perso, fermo ad aspettare che passi è un istante gettato al nulla, perso, passato. La Paura ci blocca, non per niente si dice "pietrificato dalla Paura", ma stare fermi non implica per forza qualcosa di negativo è l'essere bloccati che è negativo che sottintende una costrizione, qualcosa di esterno o interno che ci impedisce di muoverci, di scegliere, di essere liberi. Di scegliere di essere liberi!
Ciao Mimì, non far sì che la Paura sia la tua cicatrice, non far sì che sigilli la tua anima dura.

Quote of the day: "Non ha imparato la lezione della vita chi non vince una paura ogni giorno." Ralph Waldo Emerson

Song of the day: "Pochi Istanti nella Lavatrice" da "I milanesi ammazzano il sabato" - Afterhours

lunedì, ottobre 13, 2008

sabato, ottobre 04, 2008

la Romania, una campana di vetro e lo zen


Ci sarebbe voglia di scrivere... voglia di riempire questo saccente sfondo bianco, candore, innocenza, pulizia... tu? che raccogli le carcasse delle anime vuote di mezzo mondo. tautologico. mancanza di senso di appartenenza, è questo che mi logora, giorno per giorno come la punta di un taglierino tra le fughe del pavimento... "devi lavorarlo, così ai lati, se no le spacchi tutte le piastrelle per levarne una!". sì ma con rabbia perché non c'è tempo da perdere, perché il tempo è pur sempre denaro! certo, abbiamo fretta di arrivare. dove?
non c'è un vero motivo chiaro limpido e comune per cui le persone trovano un momento, chi presto, chi tardi, per rovinarsi la vita a vicenda. cos'è che riesce a trasformare qualcosa che rendeva ogni squallido angolo magico, inattaccabile dai frastuoni della città, dagli automobilisti impazziti, dallo smog, dalle nevrosi dei clienti in fila al solito supermercato che ti nutre durante i tuoi pranzi solitari. cos'è che a un certo punto si rompe, male, lasciando linee di frattura scomposte, pezzetti di ceramica per tutto il pavimento, tanto che rinunci a raccoglierli i cocci, pur sapendo che uno di quei frammenti ti potrà incidere la pianta del piede tra sei mesi? inutile l'analisi, si è rivelata fallimentare in politca, almeno di questi tempi, inutile perdere ore e ore sul perché e sul "per come" delle cose. è così, non si sfugge, le distanze ci sono sin da subito, si colmano per un po', nella speranza che quel meltin' pot di tolleranza, di curioso interesse per le passioni altrui, per il diverso modo di comunicare, per i fottuti designer, per la popolare musica di largo consumo da sempre bistrattata un giorno si asciughi e cementifichi tutto ciò, lasciando solo la "superficie liscia delle cose". e invece no, la malta si secca e contemporaneamente presenta le prime crepe, si spacca come terra al sole, si sgretola. di tutto ciò che avevi investito non resta più nulla se non l'orpello di una fastidiosa polvere che imbianca le mani, affatica il respiro fino ad ostruirti i polmoni. è quando sei arrivato a questo punto, quando non respiri più, quando stai pensando, eccoci, questa volta è davvero finita, che ti rendi conto che hai toccato il fondo, che sotto i tuoi piedi c'è qualcosa di duro, di fermo, qualcosa che non può lasciarti affondare all'infinito, è qui che trovi la forza per darti una spinta, LA spinta e ricominci la salita, e sai che anche questa volta te la sei cavata, non è stata la prima e non sarà l'ultima, ma non importa perché ora non guardi più giù, verso il buio ma in alto, i primi raggi di sole filtrano sotto la superficie e anche se non sai quanto ci vorrà, quando precisamente sarà, sai che è lì che devi andare.

listening: salirò - daniele silvestri

lunedì, luglio 28, 2008

Gocce d'acqua

Ci sono luoghi di incontro a Milano che ormai hanno fatto il loro tempo, ed anche se vivono un'effimera primavera di riflesso, tutti sappiamo quale è il destino che li attende. Tra questi luoghi si conta senza ombra di dubbio l'EUROPARK Idroscalo. Al di là della facile retorica che si potrebbe fare su questo luogo per la recente cronaca sui macabri spettacoli messi in scena, è il tipico posto che ha sofferto della decadenza della zona, si è risollevato grazie ad una nuova ventata di popolarità del mare dei milanesi ma che non ha per nulla contribuito a questa rinascita. Chi invece ha reso, e lo dico senza timore di smentita, l'idroscalo milanese un posto migliore è senza dubbio il Circolo Magnolia. Non ho nessuna voglia di stare qui a dilungarmi sui pregi (non ultimo il fatto essere collocato nella periferia est di Milano, storicamente priva di alcuna forma di divertimento) anche e soprattutto perché non mi paga nessuno per farlo ma bisogna ammettere che, fatta eccezione per tre ignoranti euro spesi al parcheggio solo per ridurre la quantità d'acqua assorbita durante questa strampalata estate milanese, questo posto è una delle 4 o 5 realtà decenti sorte a Milano negli ultimi anni.
Sto arrivando alla conclusione che gli esseri umani riescano a dare il meglio di sé solo nei momenti di crisi, e così come un organismo di 3 milioni di persone, la provincia di Milano stia lentamente reagendo all'ondata di medriocrità che l'ha investita durante gli anni '80 e '90. Caduta pesantemente di faccia sul marciapiede del suo provincialismo, tornata coi piedi sul terreno dei suoi limiti di metropoli europea di periferia, Milano ha forse saputo solo recentemente riacquistare quel briciolo di modestia che permette ai suoi abitanti di svolegere una vita sociale accettabile anche senza frequentare certi ambienti altolocati, modaioli o presunti tali. Di lavoro da fare ce n'è una marea, forse troppo e mentre lo smantellamento storico e architettonico della città continua senza soluzione di continuità un germoglio di speranza sotto la grigia coltre di cultura bilanciocentrica (grazie Manuel) sta nascendo.
Sono qui, osserverò con la stessa cura ed attenzione dei primi dicotiledoni della mia graminacea preferita, sperando di riuscire almeno marginalmente a dare il mio piccolo contributo d'acqua.


song of the day: "Nei garage a Milano Nord" - Le luci della centrale elettrica

mercoledì, luglio 02, 2008

Festa d'Estate - Sabato 5 Luglio Pennelli Solari @ Arci Grossoni

Cara benzina, caro gasolio, insomma...

Cari tutti, i Pennellisolari sono lieti di invitarti pedissequamente alla Festa d'estate che si terrà, come promesso, in data

Sabato 5 Luglio al Circolo Arci "A. Grossoni" in Via Assietta, 32 - Milano -

a 500 mt. dalla stazione del passante ferroviario Affori (vicino l'ex-ospedale psichiatrico P.Pini).


Per corrompere le vostre intelligenze ci saranno saltimbanchi, gonfiatori di palloncini, gruppi musicali pleonastici(?!?!) e tanta ma tanta birra.

E allora vieni e celebra con noi una notte di inizio estate. L'ingresso è GRATUITO, porta chi vuoi!!! Ti aspettiamo!

Pennellisolari pennellisolari.blog.excite.it






Chi non viene è un BRADIPO ZOPPO!!!