sabato, marzo 29, 2008

Panta rei


Questa mattina ho fatto colazione con una crostatina scaduta e un caffé amaro. Le lacrime lavano via almeno per un po' quel senso di esistenza estraniata. Insieme al fazzoletto torna la consapevolezza che tutto continua. Tutto scorre, recitava una delle prime massime conosciute da chi si è appena approcciato alla filosofia, per lo meno in modo scolastico. Lascerò scorrere anche questo, passeranno i ricordi di scavi archeologici chiusi, un po' perché inverno, un po' perché in fondo siamo in vacanza e non è il caso di correre ancora, come sempre. Passerà il ricordo di un'architettonicamente incomprensibile passeggiata su un lungo mare farcito di fontane, torrette elettriche di controllo di fontane, improbabili opere di improbabili artisti. Passerà il ricordo di un "tavli" cercato in lungo e in largo in un paese dove tutti giocano a tavli ma negano di conoscere la versione originale, il backgammon. E mi dispiacerà non avere avuto il tempo di impararlo quel gioco. Passerà Curium, passereranno i resort e la gente nei resort, passerà Afrodite, il bagno di Afrodite e passerà un fazzoletto, una promessa lasciata legata ad un albero, insieme a tante altre. In fondo non era nient'altro che la versione filo-ellenica di un lucchetto romano, o forse no. Passeranno le onde, tante onde sono già passate e tante ancora ne devono venire, passerà la vita e ti guarderai indietro e sembrerà bruciata come un cerino. Breve. Passeranno le persone, le auto affittate, i caffé della discordia e i caffé della concordia, passeranno i ristoranti, passeranno i soldati e speriamo che passino anche i muri. Passeranno i merletti, i dolci troppo dolci e i peperoncini troppo piccanti. Passerò io un giorno sulla tua strada ma non avrà importanza perché tanto non mi riconoscerai o non ti riconoscerò. E passeremo anche noi che siamo già passati.